Ortognatica

Indicazioni:
Malformazioni dento-scheletriche
Metodo:
Incisioni intraorali
Anestesia:
Generale
Tempo chirurgico:
1 ora / 6 ore
Post-operatorio controlli clinici a:
3 gg controllo igiene orale, cambio elastici e dimissione
10gg controllo elastici ed igiene orale
1 mese controllo igiene ed elastici e foto, da qui si al sole con crema protettiva
6 mesi ed 1 anno controllo e foto
Chirurgia Ortognatica
La chirurgia ortognatica, denominata anche chirurgia dei mascellari, è una branca della chirurgia maxillo-facciale che si occupa del riposizionamento delle basi scheletriche (mascellare e mandibola) del massiccio facciale. Così come ortodonzia significa “denti diritti”, ortognatica significa “ossa diritte”. Nella maggior parte dei casi la chirurgia ortognatica viene eseguita dopo un trattamento ortodontico in quanto lo spostamento delle ossa consegue ad un corretto allineamento dei denti. Il risultato a cui tende è il miglioramento graduale della masticazione, della fonazione e delle funzionalità respiratorie molte volte abbinato ad un risultato estetico migliorativo.
A chi è rivolta
Le persone che potenzialmente possono beneficiare di un intervento di chirurgia Ortognatica sono quelle che soffrono di una malocclusione e quelle persone i cui mascellari si presentano in posizione errata. La crescita dei mascellari è un processo lento e graduale, ed in alcuni casi, mandibola e mascellare possono crescere in misura diversa. Il risultato può indurre una serie di problemi che possono coinvolgere la masticazione, la fonazione, l’igiene orale ed anche l’aspetto estetico. Traumi ai mascellari o difetti congeniti possono incidere sulla posizione delle ossa facciali.
Condizioni che possono indicare l’esigenza di chirurgia ortognatica:
•Difficoltà di masticazione
•Difficoltà di fonazione
•Difficoltà a sbadigliare
•Dolore cronico ai mascellari
•Morso aperto
•Aspetto asimmetrico del volto
•Esiti di traumi o di difetti congeniti
•Mento sfuggente
•Difficoltà di serrare le labbra senza sforzo
•Respirazione orale con bocca secca
•Sleep apnea (problemi di respirazione durante il sonno, apnee o russare).
Una crescita sbilanciata dei mascellari, traumi o difetti congeniti possono produrre una serie di problematiche e di sintomi che per il loro trattamento richiedono il lavoro di un’equipe che comprende il chirurgo maxillo-facciale, l’ortodontista ed il dentista. Per una corretta valutazione della propria situazione e decidere se affrontare l’intervento è necessario un’esaustiva e multidisciplinare visita preliminare
Valutazione prechirurgica
Una corretta diagnosi chirurgico-ortodontica richiede un lavoro sinergico del chirurgo maxillo-facciale e dell’ortodontista. La funzione dell’ortodonzista è quella di allineare i denti per far sì che combacino dopo l’atto chirurgico (il trattamento può durare fino a 2 anni), mentre quella del chirurgo maxillofacciale è quella di far sì che le basi scheletriche siano nei corretti rapporti. Il dentista assicura che l’igiene della bocca sia sufficiente per tutta la durata del trattamento.
A seguito del consulto iniziale, vengono raccolte le informazioni relative allo stato del paziente quali fotografie, radigrafie, impronte delle arcate dentarie, arco facciale, oltre ad un’accurata anamnesi per assicurare che non vi siano problemi che possano interferire con l’atto chirurgico e/o con l’anestesia.
Ortodonzia prechirugica
In questa fase l’ortodonzia muoverà i denti in maniera tale per cui possano essere in massima occlusione al momento della chirurgia. Il periodo pre-chirugico dura dai 6 ai 18 mesi, durante i quali il paziente viene sottoposto a visite regolari per la correzione continua dell’apparecchio dentale che muove i denti. È facile pensare che durante la fase prechirurgica si peggiori la propria occlusione, in realtà si muovono verso l’occlusione ideale da una posizione scorretta, assunta per compensare un difetto scheletrico. Dopo la chirurgia è solitamente necessario un ulteriore periodo di ortodonzia (6 mesi) per consolidare i movimenti effettuati ed eventualmente per una fine regolazione dell’occlusione. È possibile che il paziente venga sottoposto ad estrazioni dentarie se soffre di sovraffollamento dentario oppure se ha ancora i denti del giudizio, per avere lo spazio necessario al movimento dei denti. Con l’avvicinarsi della fine del trattamento ortodontico, il chirurgo maxillo-facciale effettuerà gli ultimi preparativi prechirurgici. Verranno, infatti, prese nuove impronte delle arcate dentarie. Il chirurgo potrebbe utilizzare delle nuove indagini radiologiche ed i modelli in gesso per realizzare la chirurgia dei modelli che serve a finalizzare i movimenti dei mascellari ed a prevedere con un certo margine il risultato finale. Da questi studi si realizza un bite che serve da guida per il corretto riallineamento delle basi scheletriche.
Atto chirurgico
La chirugia ortognatica viene eseguita in ospedale oppure in una clinica in regime di anestesia generale. La chirurgia ortognatica può durare da un minimo di un’ora a qualche ora d’intervento, e dipende dal tipo di chirurgia che deve essere eseguito. Nella maggior parte dei casi le incisioni vengono effettuate all’interno della bocca, se si deve associare un approccio extraorale si porrà molta attenzione alla fase della sutura per evitare fastidiose cicatrici.
Immediato postoperatorio
La degenza dura solitamente qualche giorno, variabile a seconda delle indicazioni mediche. E’ prevedibile ed assolutamente normale un gonfiore post-operatorio soprattutto nella zona delle labbra e delle guance e, talvolta, una sensazione di bruciore quale risposta all’intervento. Tale sintomatologia è destinata a sparire già dai primi giorni. Nei primi giorni si può provare una sensazione di mal di gola o della congestione nasale, ciò è dovuto all’intubazione per l’anestesia. Il dolore post operatorio è solitamente ridotto e facilmente controllabile con l’aiuto di farmaci.
Per aiutare la guarigione i mascellari potrebbero essere fissati con l’uso di placche e di viti di fissazione in titanio. Nel periodo di guarigione e di fissazione dei mascellari dev’essere seguita una dieta liquida e, in funzione di ciò, è possibile che si perda peso, riacquistabile nel momento in cui il paziente potrà riaprire normalmente la bocca. La prima settimana postoperatoria è molto importante per l’apporto dietetico, è probabile che la dieta venga completata con l’uso di integratori per poter essere nelle migliori condizioni per poter guarire al meglio. Nella fase post-operatoria è sconsigliato fumare, in quanto può ritardare il processo di guarigione ed effettuare sforzi fisici intensi.
Durante la guarigione
E’ previsto un ritorno alle normali attività nel giro di un paio di settimane.
E’ prevedibile una reazione di sorpresa da parte del paziente e dei suoi prossimi nel vedere il risultato chirurgico, tuttavia, sarà agevole abituarsi alla nuova situazione.
Il paziente verrà sottoposto a visite di follow-up sia dal chirurgo che dall’ortodontista e, se necessario, verrà pianificata, dopo circa un anno dall’intervento, la rimozione delle placche di sintesi. La prima fase di guarigione si esaurisce in circa 6 settimane, ma i risultati definitivi si possono apprezzare solo dopo 9-12 mesi. È importantissimo che durante la prima fase venga mantenuta un’estrema pulizia della bocca, per evitare il rischio di una possibile infezione. L’ortodontista inizia l’ultima fase ortodiontica a circa 4-8 settimane dall’intervento, nella maggior parte dei casi l’apparecchio viene rimosso un periodo che varia dai 6 ai 12 mesi.

Rischi e complicanze
1) Gonfiore: è una normale reazione all’atto chirurgico che si manifesta nelle prime 24-48 ore e dipende dall’atto chirurgico e dalla risposta individuale.
Si può aiutare la riduzione del gonfiore con degli impacchi caldo umidi dal 4 giorno postoperatorio.
2) Nausea e Vomito: sono complicanze infrequenti dell’anestesia generale, se occorre controllabili con dei farmaci.
3) Dolore: Generalmente molto ben tollerato, se necessario controllabile con dei farmaci.
4) Sanguinamento: è normale e possibile che vi sia un minimo sanguinamento nei primi giorni postoperatori, e se è stata eseguita chirurgia anche del mascellare superiore è possibile un moderato sanguinamento dal naso. Nel raro caso che vi sia del sanguinamento profuso dopo il ritorno a casa è necessario comunicarlo immediatamente il proprio chirurgo.
5) Perdita od Alterazione Della Sensibilità: ovvero una riduzione della sensibilità oppure una sensazione di “spilli” nel viso potrebbero essere presenti nel postoperatorio.
Cio è dovuto ad un’azione di stiramento dei nervi coinvolti, è infrequente che questi disturbi rimangano per più di 6 mesi.
6) Infezione: è un rischio potenziale di ogni operazione, se avviene viene curata con la somministrazione di antibiotico. Se nel postoperatorio si sviluppano febbre, dolore o pus è necessario contattare immediatamente il chirurgo.
7) Sinusite: dolore ed infezione dei seni mascellari sono una complicanza rara, se si dovessero presentare dei sintomi di sinusite si deve contattare immediatamente il chirurgo.
8) Danneggiamenti accidentali ad elementi dentari o a manufatti protesici: sono possibili e vanno riparati nel postoperatorio.
9) La Recidiva della Patologia di Base: la recidiva della patologia di base o un posizionamento scorretto delle basi scheletriche sono un’evenienza molto rara che richiede un nuovo trattamento.
10) Apertura Di Bocca Limitata: è possibile che si instauri una limitata apertura che viene corretta con degli esercizi specifici.
11) Dolore all’atm: oppure un suo scorretto funzionamento sono delle complicanze molto rare, la chirurgia potrebbe peggiorare una situazione iniziale non perfetta, se le condizioni persistono, potrebbe essere necessario un secondo trattamento.
12) Ricovero Prolungato: sono evenienze estremamente rare, ma correlate al rischio di anestesia generale.