“Il Festival della bellezza”: spunti e riflessioni sul concetto di bellezza
A partire da maggio 2019 avrà inizio a Verona il “festival della bellezza” evento unico nel panorama socio-culturale italiano, una rassegna di spettacoli, concerti e poesia ove straordinari artisti si esibiranno in suggestivi scenari sorico-architettonici sul tema della bellezza.
La VI edizione, dedicata al tema “L’anima e le Forme” si incentra sull’espressione artistica dello spirito nelle sue varie espressioni quali la musica, la letteratura, la filosofia, la pittura, il teatro ed il cinema.
La scelta di intitolare una rassegna artistico-culturale come “festival della bellezza” e non “festival dell’arte” o “della musica” appare a primo impatto curioso e ci offre un importante spunto per interrogarci su cosa sia la bellezza. Da sempre filosofi e poeti hanno cercato di incasellare il concetto di bellezza all’interno di schemi e definizioni, pur non riuscendo mai pienamente nel loro intento in quanto la bellezza, sfuggendo agli schemi scientifici, è qualcosa che si può percepire soggettivamente, ma difficilmente si può definire oggettivamente.
D’altronde lo stesso termine “estetica” dal greco “aistesis” ossia “percepire”ci rimanda alla sfera soggettiva del soggetto, esulando da una definizione oggettiva ed universale di bellezza. Davide Hume ne “Della regola del gusto”, trattato di filosofia estetica, definisce la bellezza non come la proprietà di una cosa, bensì come uno stato percettivo del soggetto che guarda la cosa stessa, riassumendo tale concetto nella famosa formula “il bello è negli occhi di chi lo contempla”. Kant, in conformità col pensiero di Hume, definisce il Bello non come una proprietà che inerisce alla cosa, ma come stato soggettivo di percezione del piacere, indipendente dall’esistenza dell’oggetto.
Risalendo ancor più nel tempo, Pericle e Platone definivano la bellezza, “kalòs”, come un inseparabile trinomio tra bello, vero e buono, legando la stessa a valori interiori e morali, ad un’elevazione dello spirito.
Espressa nell’arte e disquisita nell’estetica, ecco che tale manifestazione appare foriera di un significato esteso e profondo di bellezza. In tale contesto, infatti, il concetto di bellezza non viene circoscritto a tutto ciò che armonico dà soddisfazione alla vista, ma la bellezza è intesa come qualcosa che dona soddisfazione a tutti i sensi e non si limita a compiacere la sfera fisica, ma invade anche la nostra anima.
Ed è questo il concetto di bellezza applicata all’arte ed a tutte le sue forme espressive, come la musica, la poesia, il teatro e l’architettura.
Sin dai tempi antichi, l’idea di bellezza esteriore si accompagnava alla bellezza interiore comprensiva della cultura, delle conoscenze e dei valori morali dell’uomo.
Già nell’antica Grecia la cura del corpo era accompagnata alla cura dello spirito. Gli uomini, infatti, oltre ad allenarsi in palestra frequentavano i teatri, scolpivano e dipingevano vere e proprie opere d’arte.
Nell’Ottocento, inizi novecento la cura del corpo delle giovani donne era accompagnata ad una formazione culturale ed all’insegnamento di regole di comportamento e galateo molto rigide che andavano ad attribuire, per l’ideale del tempo, bellezza ed armonia alla donna.
Tali scenari, ad oggi, appaiono anacronistici.
Nell’era moderna, la bellezza ha ancora un valore e se sì in che termini si esprime e trova riconoscimento nella nostra società?
Oggi, sembrerebbe che l’unico concetto di bellezza degno sia quello di bellezza esteriore fatto di forme ideali conformate alla moda e diffuse tramite i social.
Il binomio ideale odierno è quello di bellezza e giovinezza. La bellezza, ossessivamente ricercata ed ambita, appare come un mezzo per ottenere successo, denaro, prestigio e felicità.
Tale mentalità sociale, frutto di un decadimento culturale ed una massificazione che tende a semplificare il tutto nasce dal fatto che ricercare la vera bellezza è molto faticoso in quanto richiede un bagaglio culturale frutto di studio.
Limitarsi a cercare la bellezza puramente e semplicemente esteriore è molto più semplice. Ma veramente si può considerare bello solo ciò che è perfetto nella forma? Una persona è bella solamente se il suo viso ed il suo corpo corrispondono a forme e misure geomentrico-matematiche standard?
Ragionare in questi termini sarebbe come paragonare l’essere umano ad una statua greca frutto di proporzioni predefinite e matematicamente studiate, ma l’essere umano è molto di più di questo, è intelletto, è personalità, è fascino.
La bellezza esteriore è sicuramente una carta vincente, permette di avere maggior stima di stessi conferendo alla persona un atteggiamento sicuro e determinato, ma non può essere tutto. Esiste una sfera dell’essere umano che esula dall’esteriorità e che, pur appartenendo alla parte interiore dell’io, viene percepita esteriormente. A prescindere che la si chiami personalità, intelligenza o fascino questo lato interiore dell’uomo che si voglia o no determina ed influenza la bellezza esteriore e la stessa bellezza esteriore viene enfatizzata o disminuita da questa interiorità.
Essendo la bellezza una pura percezione, la stessa non può essere determinata e confinata entro misure e forme definite. Ed ecco che la bellezza viene percepita come un perfetto equilibrio di armonia interiore ed esteriore.
Citando una famosa frase di Audrey Hepburn “la bellezza di una donna non è nei vestiti che indossa, nel suo viso o nel modo di sistemare i capelli. La bellezza di una donna si vede nei suoi occhi, perchè quella è la porta aperta sul suo cuore, la fonte del suo amore. La bellezza di una donna non è nel suo trucco, ma nella sua anima. È nella tenerezza che dà, nell’amore, nella passione che esprime. La bellezza di una donna cresce con gli anni”.
Manifestazioni artistiche come il “Festival della Bellezza” ci offrono un motivo per ricordarci il vero significato di bellezza.
Curate il vostro corpo, ma non dimenticate di curare anche la vostra anima.